Sterilizzazione solo parziale dell’aumento dei requisiti con la manovra 2026: dal 2027 si andrà in pensione di vecchiaia più tardi; salvi solo usuranti e gravosi.
Alla fine, l’aumento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia (art. 24, cc. 6 e 7 D.L. 201/2011), così come dei requisiti contributivi per la pensione anticipata, ci sarà, anche se in misura attenuata rispetto al pieno adeguamento alla speranza di vita calcolata dall’Istat. Con la prossima legge di Bilancio 2026, infatti, il Governo interverrà per bloccare solo parzialmente gli adeguamenti automatici previsti dall’art. 12 D.L. 78/2010, che lega i requisiti di pensionamento all’incremento della speranza di vita.Aumenti graduali dal 2027 - In particolare, secondo le anticipazioni contenute nella bozza di manovra, il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e 1 mese nel 2027, mentre vi sarà un adeguamento pieno, pari a 3 mesi, a partire dal 1.01.2028, quindi un anno più tardi rispetto al calendario originario fissato dall’Istat.Parallelamente, aumenteranno anche i requisiti per la pensione anticipata ordinaria (art. 24, c. 10 L. 214/2011), oggi pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne: diventeranno pari a 42 anni e 11 mesi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne dal 2027, mentre subiranno l’incremento pieno, pari a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne, dal 2028.Restano ferme le finestre di attesa, pari a 3 mesi nella generalità dei casi e crescenti, sino ad arrivare a 9 mesi nel 2028, per i dipendenti pubblici non statali. Categorie escluse dagli aumenti -...