Diritto privato, commerciale e amministrativo 24 Gennaio 2024

Indebito arricchimento e sussidiarietà dell’azione

Di norma, la parte che intende ottenere il ristoro di un ingiusto pregiudizio può azionare una serie di strumenti che il legislatore mette a disposizione. L’azione di arricchimento è tuttavia residuale.

L’azione di arricchimento indebito rappresenta un mezzo restitutorio volto a ristabilire l’equilibrio compromesso da atti o fatti giuridici, tra sfere patrimoniali di 2 o più soggetti, entro i limiti dell’arricchimento stesso che non sia sorretto da “giusta causa”. L’art 2041 c.c. testualmente recita: “chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un’altra persona è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, a indennizzare quest’ultima della correlativa diminuzione patrimoniale”. L’art 2042 c.c. fissa il principio della sussidiarietà dell’azione di arricchimento che non è proponibile “quando il danneggiato può esercitare un’altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito”. L’opinione tradizionale ha optato per una valutazione del presupposto della sussidiarietà in astratto, nel senso, cioè, che l’azione ex art. 2041 c.c. sarebbe esperibile solo quando l’ordinamento giuridico non appresti alcun altro rimedio “per farsi indennizzare del pregiudizio subito”. In altre parole, il solo fatto che sia possibile esperire un’altra azione tipica (avente fonte in un rapporto contrattuale o direttamente in una previsione di legge) precluderebbe la tutela residuale, indipendentemente dal fatto che l’interessato ne abbia usufruito (invano) o che essa sia divenuta improponibile...

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