Il Dipartimento del Tesoro ha pubblicato di recente un dossier sulle partecipazioni pubbliche in Italia e ha quantificato in oltre 59.000 quelle esistenti (di cui il 67% a partecipazione diretta) detenute in più di 10.000 soggetti pubblici. Questo studio ci fa ben comprendere quanto sia estesa la galassia delle partecipazioni finanziarie nel settore pubblico e l’incidenza che si genera sulle spese di gestione per il loro mantenimento. Chiedersi quanti soldi pubblici vengano spesi annualmente per mantenere in vita tutte queste partecipazioni, come vengano eseguiti i controlli e in quale modo vengano impiegate tali risorse finanziarie rappresentano alcune delle domande a cui il cittadino non sempre sa darsi una risposta.
Qualche anno addietro il Governo aveva rivisto la procedura di nomina dell’organo di controllo nelle partecipate degli enti locali, evidentemente anche sulla scorta di molti casi eclatanti di spreco di risorse pubbliche, inserendo nel Decreto Salva Roma la previsione di nominare per sorteggio i componenti dell’organo di controllo. Questa proposta di buon senso aveva trovato riscontro non solo nell’opinione pubblica ma soprattutto nelle categorie professionali, aprendo nuove opportunità di lavoro precedentemente inaccessibili ai più, e implementando così un controllo più incisivo e slegato da possibili influenze. Sebbene vi fossero molte attese da parte dei revisori, questa iniziativa è stata...