Enti locali 21 Agosto 2019

Istanze rivolte agli enti locali: l'annosa questione del bollo


Frequenti sono i casi in cui i cittadini si rivolgono al proprio Comune presentando istanze che esulano dall'ambito “provvedimentale” autoritativo, tipico della pubblica amministrazione (quale, ad esempio, le concessioni edilizie). È il caso delle richieste di ammissione dei propri bambini alla frequenza di scuole materne, asili nido, all'utilizzo del servizio di scuolabus, ecc.; così come, in particolare, le istanze di rimborso delle rette non dovute. Entra così in gioco la questione dell'imposta di bollo. La Tariffa del balzello (D.P.R. 642/1972) stabilisce l'applicazione del tributo alle istanze dirette agli organi dell'amministrazione dei Comuni tendenti ad ottenere l'emanazione di un provvedimento amministrativo (art. 3). Dal tenore letterale della norma si evince che l'applicazione dell'imposta non è stabilita tout court per tutte le domande rivolte alla PA (restando salva l'esenzione prevista dall'art. 5, c. 5, della Tabella, per le istanze di rimborso di tributi), ma soltanto a quelle tendenti all'emanazione di un provvedimento, species del genus degli atti amministrativi. La richiesta di rimborso di un indebito pagamento, oggettivo o soggettivo che sia, rivolto al Comune derivante da un rapporto di carattere privatistico (per esempio, rette asilo nido, mense, assistenza domiciliare, ecc.) non approda all'emanazione di un provvedimento (di accoglimento o di diniego)...

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