Aspetti fiscali dei contributi pubblici nel Codice del Terzo settore
Tali voci incidono su diversi aspetti all'interno dell'art. 79 del CTS: non è facile coordinare le disposizioni che le riguardano, attese le diverse finalità che, di volta in volta, queste norme perseguono.
I contributi della Pubblica Amministrazione agli enti del Terzo settore sono di fondamentale importanza nella determinazione dei seguenti aspetti:
- natura dell'attività di interesse generale svolta (art. 79, cc. 2, 2-bis e 3);
- natura (commerciale o non commerciale) dell'ente (art. 79, cc. 5 e 5-bis);
- base imponibile ai fini Ires (art. 79, c. 4b).
Non è facile, tuttavia, stabilire il nesso tra i commi dell'art. 79 citato sopra. Proviamo a riepilogare le norme, allo scopo di trovarne la coerenza.
Ai sensi dell'art. 79, c. 2, quando i contributi della PA hanno natura corrispettiva e insieme ad altri corrispettivi (privati) contribuiscono al superamento dei costi effettivi delle attività di interesse generale (art. 5 del CTS), ciò determina la natura commerciale dell'attività svolta. Il comma 3 prevede la decomercializzazione generale, a determinate condizioni, delle attività di ricerca di interesse generale e di specifiche attività delle ex IPAB.
Più complesso è il discorso relativo alla natura dell'ente, con riferimento al ruolo giocato dai contributi pubblici. L'art. 79, c. 5-bis prevede che “si considerano entrate derivanti da attività non commerciali, i contributi, le sovvenzioni, le liberalità, le quote associative dell'ente e ogni altra entrata assimilabile alle precedenti, ivi compresi i proventi e le entrate considerate non commerciali ai sensi dei cc....