Coop e terzo settore 20 Gennaio 2020

Associazioni, altri enti del Terzo settore e Fisco

Pari e dispari. Ci si chiede se il versamento di corrispettivi specifici da parte degli associati abbia sempre natura commerciale (art. 79, c. 6 del CTS).

L'art. 79 del Codice del Terzo settore (CTS) contiene una norma di decommercializzazione generale dell'attività (art. 79, c. 2) e alcune norme di decommercializzazione specifiche (c. 3) che riguardano alcune attività (ricerca) o soggetti (ex IPAB depubblicizzate) ritenuti meritevoli di godere di questa agevolazione. Il caposaldo di tutto il sistema è l'art. 79, c. 2 del CTS, il quale contiene un test di commercialità che può essere così sintetizzato: le attività di interesse generale si considerano non commerciali nel momento in cui i corrispettivi (rette degli utenti, contributi del PA, ecc.) sono inferiori o al massimo pari ai costi effettivi. Con riferimento al regime fiscale delle associazioni vengono disciplinati in modo particolare i rapporti con gli associati, di cui ora ci occuperemo. L'art. 79, c. 6, in continuità con la disposizione di cui all'art. 148, cc. 1 e 2 del Tuir, prevede la decommercializzazione delle somme versate dagli associati a titolo di quote o contributi associativi. Viceversa, verificandosi un legame di corrispettività, costituiscono attività commerciali le cessioni di beni e le prestazioni di servizi fatte dietro corrispettivi specifici nei confronti degli associati o dei familiari e conviventi, comprese le quote differenziate, determinate in ragione di maggiori prestazioni cui i soci hanno diritto. Proprio questa trasposizione, quasi automatica, della...

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