Coop e terzo settore 10 Novembre 2020

Associazioni sportive dilettantistiche e Terzo settore

Prime valutazioni di opportunità per l’iscrizione nel RUNTS, dagli aspetti fiscali alla retribuzione dei collaboratori.

La pubblicazione del D.M. 15.09.2020 concernente il funzionamento del RUNTS (Registro unico nazionale del Terzo Settore) nella G.U. 21.10.2020, n. 261, ci consente di approfondire il tema della possibile iscrizione al RUNTS delle associazioni sportive dilettantistiche iscritte nel registro CONI. Il Cndcec in una circolare di aprile 2019 intitolata “Riforma del Terzo settore: elementi professionali e criticità applicative”, ebbe a scrivere quanto segue: “Come detto, anche lo sport dilettantistico rientra tra le attività esercitabili da parte degli ETS in forma di organizzazione e gestione di attività non professionistiche. Peraltro, stante il tenore piuttosto ampio della definizione dell’art. 5 del CTS, sembrerebbe che la richiamata attività di interesse generale sussista anche laddove l’ente che la esercita o l’attività sportiva esercitata non siano riconosciuti dal CONI".
Confermata quindi la possibilità che gli Enti del Terzo settore possano svolgere l’attività sportiva (in via esclusiva o principale), come previsto alla lettera t) dell’art. 5, D.Lgs. 117/2017 rubricato “Attività di interesse generale”, anche in quelle discipline sportive non riconosciute dal CONI, occorre valutare gli effetti che tale scelta avrà in quegli enti sportivi che sceglieranno di iscriversi nel RUNTS mantenendo l’iscrizione nel registro CONI. Il Codice del terzo settore prevede l’adozione di alcune clausole quali l’abbinamento alla denominazione dell’ASD dell’acronimo Ets (Ente del Terzo Settore) e l’indicazione nello statuto dell’attività di interesse generale specifica quale “organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche” coordinata con l’affiliazione a un organismo sportivo, oppure modalità di devoluzione del patrimonio ad altro ETS con finalità sportive.
Con l’iscrizione nel RUNTS, gli enti sportivi che hanno optato ex L. 398/1991 per la determinazione forfetaria del reddito e dell’IVA, si vedranno disapplicare tale regime agevolativo fruendo dei benefici fiscali previsti dal Codice del terzo settore; a tale disciplina si accompagna la disapplicazione dell’art. 148 Tuir, pertanto i proventi conseguiti a fronte di corrispettivi specifici per attività di interesse generale da parte di soci e tesserati saranno sottoposti alla verifica di “commercialità”.
Per le ASD che assumono anche la qualifica di APS (Associazione di promozione sociale) l’art. 85, cc.1 e 2 del Codice del terzo settore prevede una disposizione di contenuti simile all’art. 148 Tuir, che mantiene la de-commercialità per le attività esercitate nei confronti degli associati e dei familiari e conviventi verso pagamento di corrispettivi specifici, oppure verso gli associati di altre associazioni che svolgono la medesima attività.
Infine, la questione dei collaboratori sportivi retribuiti dagli enti sportivi iscritti nel Registro CONI che vorranno iscriversi nel RUNTS assume particolare rilevanza per l’applicazione dell’art. 67, c. 1, lett. m) del Tuir; si ritiene che possa essere applicabile tale previsione agevolativa limitata a quelle prestazioni connesse alle discipline sportive riconosciute dal CONI e contenute nelle delibere che le singole FSN (Federazioni sportive nazionali) e DSA (Discipline sportive associate) hanno adottato. Inoltre, le prestazioni lavorative nel Terzo settore scontano le disposizioni degli artt. 16 e 17 del Codice, ponendo limiti numerici alle persone coinvolte e trattamenti economici e normativi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi di cui all’art. 51 D.Lgs. 81/2015.