Coop e terzo settore 23 Aprile 2021

Conseguenze alla perdita della qualifica di ETS non commerciale

La situazione, dovuta magari al venire meno di un donatore o ad altre situazioni imprevedibili, mette a rischio il godimento delle agevolazioni fiscali e delle semplificazioni contabili precedenti.

L'art. 79, c. 5 del Codice del Terzo settore (CTS) prevede che “il mutamento della qualifica da ente di Terzo settore non commerciale a ente di Terzo settore commerciale, opera a partire dal periodo di imposta in cui l'ente assume la qualifica commerciale”. In sostanza, quindi, come già avviene nell'art. 149, c. 3 del Tuir, il mutamento di qualifica dispiega i suoi effetti fin dall'inizio del periodo di imposta in cui si verifica. Diciamo subito che, a nostro avviso, la soluzione logica, sia sotto il profilo contabile che fiscale, sarebbe stata quella di far decorrere gli effetti del mutamento di qualifica dal periodo di imposta successivo a quello in cui si sono verificati i presupposti del mutamento di qualifica. E ciò, per i seguenti motivi. Basti pensare che nel caso di perdita della qualifica di ente non commerciale, l'ente del Terzo settore deve porre in essere gli adempimenti previsti dall'art. 87, c. 7 del CTS. In particolare, la norma prevede che entro 3 mesi da quando si verificano i presupposti per ETS commerciali, tutti i beni facenti parte del patrimonio dell'ente (anche quelli in origine istituzionali) devono essere ricompresi in apposito inventario ex art. 15 D.P.R. 600/1973, con l'obbligo di tenere le scritture contabili in regime ordinario (artt. 14-16 D.P.R. 600/1973). Ci sembra, altresì, di dover sottolineare che non sempre è possibile, come ritiene la C.M. n. 24/E/1998, con...

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