Prendiamo atto ancora una volta, più che commentare, dei dati del rapporto Oxfam distribuito all’apertura del World Economic Forum di Davos.
Tutti gli anni nutriamo la speranza di vedere numeri che raccontino di un riavvicinamento delle differenze, ci piacerebbe poter leggere che all’aumento auspicabile di nuovi ricchi possa corrispondere anche una forte diminuzione di poveri. Ogni anno, invece, leggiamo di un forte aumento delle diseguaglianze, che si accumula e mette in luce una forbice che può diventare pericolosa, poiché le rivoluzioni, di regola, nascono dalla fame. Non necessariamente rivoluzioni violente, ma come descrivere l’inesorabile processo di migrazione economica che sta sconvolgendo il mondo ricco, ma che non possiede una risposta che non sia di esclusione?
La ONG inglese racconta nel suo report che nel mondo almeno 4,8 miliardi di persone, negli ultimi 10 anni, non hanno tenuto il passo con l’inflazione. Per contro i miliardari hanno accresciuto i loro patrimoni in 3 anni di 3.300 miliardi, con un tasso di crescita tre volte superiore a quello dell’inflazione. Sono dati freddi e, mi sembra, un po’ ingenui, poiché cosa può importare a un miliardario dell’inflazione da prodotti di supermercato? L’Oxfam, tuttavia, ragiona sulle differenze e queste sono tutte impressionanti anche per il nostro Paese.
In Italia, tra il 2021 e il 2022, si è dimezzata la quota di ricchezza...