Consulenza aziendale, commerciale e marketing 05 Aprile 2025

Etichettatura AI: il rigore della Cina e la via europea della Spagna

Due approcci a confronto: controllo e sicurezza per Pechino, trasparenza e diritti per Madrid. Come cambia il panorama dell’informazione nell’era dell’intelligenza artificiale generativa.

Nell’ultima settimana i social sono stati invasi da immagini generate dal nuovo Gpt4o che consente la riproduzione fedele di immagini ispirate allo Studio Ghibli (quello di La città incantata, Il mio vicino Totoro, Princess Mononoke...), sollevando anche qualche interrogativo sulla tutela del diritto d’autore.Nel nuovo ecosistema digitale in cui testi, immagini, video e voci possono essere generati in pochi secondi dall’intelligenza artificiale, la domanda che molti governi iniziano a porsi è una sola: come garantire trasparenza e affidabilità dei contenuti? Cina e Spagna, pur con modelli culturali e politici molto diversi, sono tra i Paesi che stanno dando risposte concrete.Dal 10.01.2023 è in vigore in Cina il regolamento “Provisions on the Administration of Deep Synthesis Internet Information Services”. Un nome complesso per una norma molto chiara: tutti i contenuti generati o modificati tramite AI (testo, voce, immagini, video) devono essere etichettati.Il focus è sulle tecnologie di “sintesi profonda”: deepfake, voice cloning, chatbot e tool grafici. Sia i fornitori di piattaforme che gli utenti sono chiamati a specificare, in modo visibile e inequivocabile, che si tratta di contenuti artificiali.La misura ha due anime. Da un lato, quella di tutela contro frodi e disinformazione. Dall’altro, quella più marcatamente politica: il controllo sociale e informativo da parte del Partito Comunista Cinese.L’effetto è stato immediato: piattaforme come...

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