ETS: la gestione fiscale richiede ora competenze di alta precisione
L'introduzione dell'art. 79-bis nel Codice del Terzo settore e i nuovi test di commercialità segnano il tramonto dell'approccio amatoriale. Per i professionisti aumenta l’asticella della responsabilità e della diligenza deontologica.
Evoluzione normativa e nuovo perimetro di responsabilità - Il panorama normativo che disciplina gli enti del Terzo settore (ETS) ha subito una trasformazione radicale, culminata con le recenti integrazioni apportate dal D.Lgs. 186/2025. Per il professionista contabile, l'epoca in cui la consulenza alle associazioni poteva essere considerata un'attività marginale o semplificata è definitivamente conclusa. Oggi, la qualifica di "ente non commerciale" non rappresenta più uno status statico o acquisito una tantum, bensì un equilibrio tecnico precario che richiede un monitoraggio costante e una precisione chirurgica nelle rilevazioni contabili.L'adeguatezza dell'incarico, richiamata dal codice deontologico dei commercialisti, assume oggi un valore sostanziale: operare senza una preparazione specifica espone il consulente a rischi professionali e sinistri di natura risarcitoria non trascurabili, data la complessità delle nuove variabili fiscali.Nuovo art. 79-bis e passaggio dei beni d'impresa - Una delle novità di maggior rilievo è l'inserimento dell'art. 79-bis nel Codice del Terzo settore (CTS). Questa norma disciplina la fattispecie del mutamento della qualificazione fiscale delle attività esercitate, regolando il delicato passaggio dei beni relativi all'impresa dall'alveo commerciale a quello non commerciale.Il legislatore offre agli ETS un'importante opzione agevolativa: la possibilità di optare, in sede di dichiarazione dei redditi, per la non concorrenza della...