Riflessioni sulla situazione economica-politica attuale. In un clima di generale instabilità, il commercio, la fiducia dei consumatori non sembrano troppo vacillare e non presentano sinistri segnali di allarme.
C’è una cosa che non capisco, tra le tante, di questa nebbiosa situazione internazionale. Nebbiosa va bene perché è, per molti versi, imperscrutabile, misteriosa negli esiti. Ma di aggettivi se ne possono aggiungere molti: tragica, insidiosa, pericolosa, aggressiva e ignorante. Si, ignorante, perché ignora la storia e ciò che ci ha insegnato, nel bene e, soprattutto, nel male.Fa paura anche l’impotenza degli Stati, o la loro malafede, nel cercare soluzioni a una crisi che rischia di degenerare nel peggiore dei modi, coinvolgendo, tutti, nessuno escluso.E l’impotenza genera timori e incertezza.Ecco, la cosa che non capisco è come sia possibile che, in una situazione dove sembra che tutto possa essere accettato senza l’elaborazione di una logica e una umana risposta, l’economia globale non sia precipitata in una crisi epocale e che, anzi, mostri indicatori che sembrano non preoccupare le borse, gli operatori economici e finanziari, le imprese e gli Stati.Ci sono dati incredibili che mostrano lievi declini, ma sostanziali tenute, negli indicatori della fiducia dei consumatori. Le dinamiche di finanziarizzazione dell’economia proseguono. L’industria bellica ritrova il ruolo di traino. L’occupazione non va così male. I ricchi continuano a diventare sempre più ricchi e i giovani proseguono nel loro trend di difficoltà.Tutto normale, si tollerano invasioni, massacri e prove di forza, si muove di più l’opinione pubblica dei governi e tutto sembra...