Gli enti religiosi, il Terzo settore e l’anno 2022
È arrivato il 2022 e si è ancora in attesa dell’autorizzazione UE. Gli enti religiosi, come gli altri interessati alla riforma, hanno a disposizione non pochi mesi per progettare il proprio futuro. Tempo che merita di non essere sprecato.
In alcuni momenti dell’anno trascorso non sembrava improbabile che con il 1.01.2022 la riforma del Terzo settore potesse entrare pienamente in vigore. In particolare, nei mesi primaverili la notizia dell’imminente attivazione del Runts (arrivata, poi, solo il 23.11.2021) aveva giustificato la speranza (o, forse per qualcuno, il timore) che con l’inizio dell’anno 2022 anche il Titolo X del D.Lgs. 117/2017 avrebbe avuto piena applicazione per tutti gli enti iscritti al Runts in seguito all’ottenimento dell’autorizzazione della Commissione europea nel corso del 2021.
Invece, così non è stato e gli enti religiosi civilmente riconosciuti avranno a disposizione non pochi mesi per preparare la decisione sul proprio futuro e su quello delle loro attività che sono riconducibili all’elenco di quelle di interesse generale del Codice del Terzo settore (art. 5 D.Lgs. 117/2017) e del decreto sull’impresa sociale (art. 1, D.Lgs. 112/2017).
Si apre, dunque, un nuovo periodo (presumibilmente un anno, considerando che la prima data utile per l’entrata in vigore del Titolo X sarà il 1.01.2023) che merita di essere ben utilizzato, ora che è superata l’ansia di non rispettare i termini, evitando di sprecarlo sospinti dalla falsa percezione che l’urgenza di scegliere se e come aderire alla riforma sia una questione tornata in alto mare.
Certamente si è ancora in attesa di comprendere...