Greenhushing, la sostenibilità che non si racconta
Le imprese non smettono di investire in sostenibilità, ma scelgono di comunicarlo con discrezione. Il greenhushing preferisce meno storytelling e più sostanza, dove la sostenibilità torna a essere una leva strategica.
La stagione della sostenibilità come esercizio di immagine sembra tramontata. Dopo anni di dichiarazioni roboanti e report scintillanti, le imprese scelgono ora una via più sobria: è l’epoca del greenhushing (silenzio verde), la sostenibilità che si pratica senza proclami. I progetti continuano, ma la comunicazione si fa selettiva e prudente, quasi a voler riportare l’attenzione dai palcoscenici mediatici ai processi decisionali dove il valore sostenibile realmente si genera.L’indagine EcoVadis 2025 - U.S. Business Sustainability Landscape Outlook, condotta su un ampio campione di grandi imprese statunitensi, rivela che la maggior parte delle aziende continua a sostenere con convinzione i propri programmi di sostenibilità, anche in un clima di incertezza normativa e di minore enfasi pubblica sui temi ESG. L’87% degli intervistati dichiara di aver mantenuto o aumentato gli investimenti, mentre circa 1/3 (31%) ha scelto di comunicare con maggiore discrezione. Un ulteriore 8% preferisce agire in completo riserbo, proseguendo i progetti ma senza divulgarli. Soltanto una minima parte, pari al 7%, ha effettivamente ridotto l’impegno nel campo ESG.Non è disimpegno, ma cambiamento di prospettiva. La sostenibilità sta rientrando nel perimetro della strategia industriale, abbandonando le logiche della mera rendicontazione. In un contesto geopolitico instabile e con mercati sempre più sensibili alla performance economica di breve periodo, le imprese percepiscono la...