Estero 27 Novembre 2025

Grossi problemi con la Russia, ma gli sconti su ritenute non cambiano

A seguito della risposta ad un interpello, apprendiamo che l’Italia continuerà ad applicare i benefici previsti dal Trattato con la Federazione russa nonostante la sospensione unilaterale decretata dal governo russo.

Con questo intervento non vogliamo certo commentare la difficilissima situazione tra UE, Italia e Federazione russa, in conseguenza del conflitto ucraino, ma un’implicazione fiscale evidenziata dall’Agenzia delle Entrate in pieno agosto e che forse non ha ricevuto la giusta considerazione.

Cominciamo ricordando che con la Federazione russa esiste una convenzione contro le doppie imposizioni, conforme al modello OCSE, firmata a Roma il 9.04.1996 e ratificata con L. 370/1997.
A seguito dei noti eventi, il governo della Federazione russa ha varato un proprio decreto (8.08.2023, n. 585) con il quale ha sospeso unilateralmente alcune disposizioni contenute negli accordi internazionali in materia di fiscalità internazionale con 38 Paesi, inclusa l’Italia, ritenuti ostili.
In particolare, per quanto riguarda l’Italia, la Federazione ha sospeso selettivamente gli artt. 5-23 e 25 della Convenzione, nonché i punti "a", "d" e "f" del Protocollo addizionale alla stessa. Tali norme disciplinano le singole fattispecie reddituali tra cui, ad esempio, dividendi, interessi, royalties, redditi di impresa e da lavoro, ecc, ed il principio di non discriminazione.
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Alcuni Paesi hanno sospeso a loro volta il relativo Trattato, altri hanno denunciato il trattato (azione che comporta l’estinzione della Convenzione secondo la Convenzione di Vienna) altri hanno dichiarato di volerlo mantenere efficace.
Dall’Italia, e da altri Paesi, non è arrivata alcuna reazione ufficiale.

Sono stati i contribuenti, tramite interpello, a sollecitare l’intervento chiarificatore dell’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia, prima con interpello non pubblicato del 2024 e più recentemente con la risposta n. 206 pubblicata ad agosto di quest’anno ha espresso il proprio autorevole parere.
L’Agenzia evidenzia che la Russia non ha denunciato (estinto) la Convenzione, né l’Italia ha compiuto tale azione. Inoltre, l’art. 24 della Convenzione, che prevede i rimedi contro la doppia imposizione, non è stato sospeso.
Per l’Italia, pertanto, la Convenzione è pienamente efficace. La distribuzione di dividendi, e di altri flussi reddituali dall’Italia ai residenti della Federazione russa usufruisce, pertanto, dei benefici della convenzione.

Ricordiamo, però, che la Federazione è stata inserita nella black list della UE (non per ragioni dichiaratamente politiche ma per il contrasto ai regimi fiscali aggressivi) con conseguenze sul monitoraggio.
In punta di diritto la risposta dell’Agenzia è ineccepibile, meraviglia un po' la posizione assunta dall’Italia che alla mossa di un partner ormai ben poco collaborativo non ha reagito proporzionalmente. Insomma, business as usual.