L’idea di doversi proteggere non è certo nuova, è la soluzione più facile poiché convince le persone di essere, in qualche modo, attaccate da agenti esterni che approfittano della loro produzione, del loro lavoro. Quindi, decisione intrisa di ideologia, di convenienza politica, buona per dimostrarsi difensori di qualche identità in un mondo a cui l’economia ha sottratto l’idea di confine.La minaccia poi viene da un campione di export come gli Stati Uniti, che ha allevato in seno geniali inventori di oggetti di consumo di cui non potremmo più fare a meno. E non solo oggetti, ma reti di connessione, un modo di vivere e comunicare, di relazionarci con gli altri, di essere a conoscenza di tutto quello che succede in ogni angolo della terra in tempo reale. Mi piacerebbe capire come uno strumento obsoleto come una tassa imposta sull’importazione di oggetti possa influire sull’irrevocabile impostazione digitale dei flussi economici, come si potrebbe arrestare la macchina che loro stessi hanno messo in moto. È possibile pensare a un’autarchia circa le cose e contemporaneamente a un contesto planetario di relazioni, di oggetti immateriali che sembrano più graditi di qualsiasi altro oggetto materiale?Ho una certa età per ricordare che il regalo più gradito al compimento dei 16 anni, per quasi tutti i ragazzi, era il motorino. Prima la bici, poi un motorino anche scassato da aggiustare in compagnia.Oggi non vedo più motorini in giro, ma vedo ragazzi incollati...