Nel territorio italiano è sempre stata forte una spinta privatistica e a volte di stampo decisamente volontaristico a supporto delle attività di interesse generale. Ne sono un esempio le opere pie, nate in età medievale e sviluppatesi in età rinascimentale, a base generalmente religiosa, che si affermarono come pilastro delle attività socio-assistenziali nel nostro Paese. In genere la motivazione intrinseca che stava dietro alla nascita e allo sviluppo di realtà associative o comunque di libere aggregazioni di cittadini mossi da un’ideale, era questa: laddove non riesce ad arrivare lo Stato con i suoi servizi pubblici, può arrivare il cittadino con la sua attività di volontariato, meglio ancora se in forma aggregata ed organizzata.
In questo contesto, l’Assemblea Costituente, seppur con qualche limitazione, ha inteso riconoscere, tutelare e promuovere l’associazionismo, soprattutto all’interno dell’art. 2 e dell’art. 18 della Costituzione stessa. Leggiamo infatti all’interno dei principi fondamentali, all’art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Il principio pluralistico è fortemente presente nel tracciato dell’art. 2, che...