L'Intelligenza Artificiale (IA) sta rapidamente emergendo come una forza dirompente in molti settori, e il mondo del lavoro non fa eccezione. Secondo uno studio recente di ManpowerGroup Italia, entro i prossimi 6 anni l'80% delle professioni sarà trasformato dall'IA. Questa notizia ha suscitato reazioni contrastanti: alcuni la vedono come una minaccia per l'occupazione, mentre altri la considerano un segno di progresso inarrestabile.
Come ci dimostra la storia, il luddismo non conviene a nessuno. Il progresso è inarrestabile e la serena convivenza tra intelligenza umana e artificiale è l’unica chiave che consente il progresso reciproco.
Del resto, l'IA sta già modificando il modo in cui lavoriamo. Molte attività ripetitive e routinarie sono state automatizzate, permettendo ai lavoratori di concentrarsi su compiti più complessi e creativi. Tuttavia, l'impatto dell'IA potrebbe essere molto più profondo, con la possibilità che molti lavori vengano sostituiti da algoritmi e robot intelligenti, mettendo a rischio l'occupazione di milioni di persone. Si pensi ai traduttori, ai correttori di bozza o ancora alla mera attività di registrazione contabile che sempre più si avvale di sistemi di riconoscimento automatico e conseguente generazione della scrittura contabile.
Nuove opportunità - Nonostante questi timori, l'IA potrebbe anche creare nuove...