La sentenza della Cassazione 23.04.2025, n. 10693 segna un punto fermo nella complessa questione dell'Iva sulle prestazioni di servizi, risolvendo incertezze interpretative che hanno generato numerosi contenziosi negli ultimi anni.La Suprema Corte ha ribadito con chiarezza la distinzione fondamentale tra il "fatto generatore" dell'imposta, che coincide con l'esecuzione materiale della prestazione, e il momento di "esigibilità", che si verifica invece all'atto del pagamento del corrispettivo.Contesto normativo e interpretazioni precedenti - L'art. 6, c. 3 D.P.R. 633/1972 stabilisce che "le prestazioni di servizi si considerano effettuate all'atto del pagamento del corrispettivo". Questa formulazione ha generato per anni interpretazioni contrastanti tra contribuenti e Amministrazione Finanziaria.Prima di questa sentenza, l'Agenzia delle Entrate “tendeva” spesso a sovrapporre i concetti di fatto generatore ed esigibilità, contestando l'omessa fatturazione sulla base del solo “completamento della prestazione”, anche in assenza di pagamento. La Cassazione, richiamando i principi già espressi dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 8059/2016, ha ora definitivamente chiarito che la norma nazionale va interpretata in conformità con la direttiva UE 2006/112/CE, distinguendo nettamente i due momenti.Esempio pratico: come applicare correttamente la sentenza - Una società di consulenza informatica completa un progetto di sviluppo software per un cliente il 15.01.2025. Il...