Consulenza aziendale, commerciale e marketing
15 Dicembre 2025
La forza della gratitudine contro l’aridità umana
La libera professione oggi è segnata non solo da scadenze e responsabilità, ma anche dall’ingratitudine, che ferisce più di ogni cosa. La vera risposta è scegliere di dare il massimo senza aspettarci nulla, concentrandoci su quello che già abbiamo.
Molti colleghi mi confidano quanto oggi sia difficile esercitare la libera professione. Ascoltandoli, comprendo che il loro malessere non nasce dall’incapacità di rispettare scadenze perentorie, dall’interpretazione di norme ambigue né dal timore della “scure della responsabilità”. La radice è altrove: nell’ingratitudine che molte persone manifestano. Un collega mi ha raccontato: “Ho dato l’anima per salvare un cliente dal baratro e per dirmi grazie, ha contestato la parcella!”. Poi ha aggiunto: “Antò, come se ne esce, visto che l’irriconoscenza fa male?” Di fronte a una domanda così delicata, offrirò una risposta semplice. È il nostro stato d’animo a determinare la qualità della nostra esistenza, dipende se facciamo prevalere il piacere o l’angoscia. Non è ciò che accade a farci soffrire, ma il modo in cui reagiamo. Non è il dolore a renderci infelici, bensì la sofferenza: una ferita che nasce dalle nostre scelte, non dalle circostanze. Il dispiacere può essere alleviato; l’angoscia, invece, se le permettiamo di attecchire, ci divora dall’interno. Provare dolore è inevitabile, perché appartiene alla vita. Ma restare prigionieri della sofferenza non lo è. Possiamo evitarlo scegliendo di non rimanere intrappolati lungo il cammino. Come difendersi, allora, dall’aridità umana? A mio avviso, in 2 modi:1) Non aspettandosi nulla. Anche i gesti più straordinari, rivolti a clienti, amici o parenti, raramente generano una...