La riforma della vigilanza degli enti cooperativi prende forma
Si cominciano a delineare i principi e i criteri direttivi della riforma della vigilanza degli Enti cooperativi e mutualistici, il cui fine ambizioso è quello di razionalizzare l’impianto normativo attualizzandolo al mutato contesto economico e sociale.
Lo scorso mese di settembre è stato avviato il percorso di riforma della vigilanza degli Enti cooperativi e mutualistici al fine di consentire alla revisione cooperativa di svolgere la sua funzione in maniera coerente con lo sviluppo dei tempi, affrontando nuove tematiche quali la sostenibilità dell’impresa (ESG) e il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il percorso non sarà breve, tenuto conto che una volta entrata in vigore la legge delega, il Governo avrà a disposizione altri 12 mesi per adottare uno o più decreti legislativi per disciplinare la materia, decreti che, a loro volta, dovranno essere trasmessi alle camere per ottenere il parere delle competenti Commissioni parlamentari. Tuttavia, l’esame dell’attuale testo del disegno di legge consente già di delineare i principi e i criteri direttivi della riforma. In primis, la riforma dovrà prevedere forme di coordinamento funzionale tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (titolare della revisione cooperativa) e le altre strutture e organismi della pubblica amministrazione per evitare sovrapposizioni con altre forme di controllo. L’Albo delle società cooperative muterà la propria denominazione in “Albo nazionale delle società cooperative e degli enti con finalità mutualistiche”, dovrà essere gratuito e digitale e sarà suddiviso per forma giuridica e categoria. Al contempo verrà soppresso l’albo nazionale delle società cooperative edilizie di abitazione e dei loro...