Torniamo a parlare di lavoro sportivo e, in particolare, della gestione dei compensi nell’ambito dilettantistico. Uno dei temi più dibattuti dall’entrata in vigore della riforma dello sport è stato sicuramente il trattamento previdenziale e fiscale applicabile ai compensi percepiti dai lavoratori sportivi del settore dilettantistico, in particolare per i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche di tipo amministrativo-gestionale. Per i lavoratori autonomi operanti nell’ambito del dilettantismo, per le collaborazioni coordinate e continuative sportive sempre in tale ambito e per i co.co.co. amministrativo-gestionali viene previsto l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata Inps, con alcune agevolazioni; l’aliquota è calcolata sulla parte di compenso eccedente i primi 5.000 euro annui. Inoltre, fino al 31.12.2027, la contribuzione è dovuta nei limiti del 50% dell'imponibile contributivo. Ma cosa accade nel caso in cui il lavoratore, oltre a svolgere attività sportiva, percepisca un trattamento pensionistico, in particolare “quota 100”? Innanzitutto, si tratta di una misura introdotta in via sperimentale per il triennio 2019-2021 dal D.L. 4/2019 e oggi non più vigente, che consentiva di accedere alla pensione ai soggetti con un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva minima di 38 anni.Sul tema della cumulabilità con redditi da lavoro si era già precedentemente espresso l’Inps, con la circolare n....