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ETS ed Enti non commerciali
02 Marzo 2024
Negli ETS la buona volontà dei volontari non basta più
Per la gestione degli enti del Terzo settore di minima dimensione sono richieste competenze professionali raramente ricercabili all’interno dei direttivi. Tuttavia, la quasi totalità della comunicazione con il RUNTS deve avvenire tramite il rappresentante legale degli enti stessi.
È oramai pacifico che anche la gestione di Enti del Terzo settore di minima dimensione richiede competenze professionali che raramente sono ricercabili all’interno dei direttivi. La riforma del Terzo settore, che ha come locomotiva trainante il D.Lgs. 117/2017 (Codice del Terzo settore) ha profondamente innovato la disciplina civilistica e fiscale di enti quali associazioni, fondazioni, comitati o altri enti appartenenti al mondo del non profit, che prima dell’avvento del Codice erano regolati dal libro I del Codice Civile e da un numero considerevole di norme di settore.
La connotazione di un ente non profit come ente del Terzo settore, e la sua conseguente iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), non è affatto obbligatoria; tuttavia, la struttura della riforma porta un numero considerevole di enti ad avvicinarsi al RUNTS, mossi da una molteplicità di fattori: decommercializzazioni, accesso a bandi pubblici, iscrizioni agli elenchi del cinque per mille, agevolazioni fiscali, ecc.
L’adeguamento dello Statuto di un ente non profit al fine di renderlo Ente del Terzo settore non è però cosa da prendere alla leggera, partendo dalla scelta della qualifica di ente del Terzo settore, e dalla conseguente iscrizione alla sezione dedicata, poiché come regolato dall’art. 46 del Codice del Terzo settore, le sezioni tra cui scegliere sono ben 7:
Organizzazioni di...