“Lo faccio dopo, ora c’è una scadenza urgente”. “Prima leggo la posta elettronica, rispondo alle e-mail, poi ci penso”. “Il progetto può attendere”. “I miei figli capiranno: in fondo sto lavorando!” Ti suonano familiari le frasi? Probabilmente sì. Sapevi che questa abitudine, apparentemente innocua, potrebbe essere la vera causa della tua fatica mentale, della tua inefficienza… e anche della frustrazione che provi nel lavoro? Sai perché cadiamo in questa trappola cognitiva? Il problema risiede nel nostro cervello o meglio, nella sua parte irrazionale (quella che tende a prevalere).In sostanza, la mente dà priorità alle attività che appaiono urgenti, anche quando non sono importanti. Non importa se è ripetitiva, poco utile o persino controproducente per i propri obiettivi: se ha una scadenza imminente, una notifica “lampeggiante” o una richiesta da parte di un cliente particolarmente insistente, il cervello la mette in cima alla lista. Accade perché cerchiamo gratificazioni rapide, chiusure immediate. Barrare una voce “urgente” dalla lista ci dà un senso di controllo e soddisfazione, ma a lungo termine ci fa deragliare come un treno sul binario sbagliato.Per avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e chi lavora in ufficio, questa trappola dell’urgenza si traduce in: progetti strategici sempre rimandati; azzeramento del tempo per aggiornarsi o formarsi; soluzioni affrettate, comunicazioni superficiali; fatica cronica e senso di...