Coop e terzo settore 14 Ottobre 2019

Raccolta fondi degli enti del Terzo settore

Tra funzione solidaristica e autofinanziamento, si prendono in esame gli aspetti civilisti che regolano la materia.

La raccolta fondi rappresenta una fonte di finanziamento sempre più utilizzata dagli enti non profit. Il Codice del Terzo settore (D.Lgs. 117/2017) tratta espressamente dell'argomento a a livello civilistico (art. 7, dove è prevista oltre alla raccolta pubblica anche la raccolta fondi “organizzata e continuativa”) e a livello fiscale, sia per quanto riguarda la raccolta pubblica di fondi che le sponsorizzazioni (art. 79). Per comprendere la portata dell'art. 7 del Codice del Terzo settore è necessario partire dalla definizione di raccolta fondi ivi contenuta: “Per raccolta fondi si intende il complesso delle attività e delle iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale”. Finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che si concretizzano nello svolgimento delle attività di interesse generale, giustificano la deroga all'esercizio di un'attività finanziaria al di fuori dei canali istituzionali di raccolta del risparmio, ma anche una serie di agevolazioni, per lo più di carattere fiscale, che accompagnano questa attività. È fondamentale sottolineare che queste operazioni devono essere svolte unicamente per finanziare “le proprie” attività istituzionali. L'espressione usata dal legislatore richiama il contenuto dell'art. 8 (Destinazione del...

Vuoi leggere l’articolo completo?

Abbonati a Ratio Quotidiano o contattaci per maggiori informazioni.
Se sei già abbonato, accedi alla tua area riservata.