In una comunicazione, i contenuti sono fondamentali, ma esistono alcuni ostacoli che possono prendere il sopravvento e generare incomunicabilità o malintesi: tra questi, l’incapacità di riconoscere e gestire le emozioni.
Nei processi di comunicazione ci sono alcuni fattori fondamentali che facilitano il rapporto tra due o più individui: la chiarezza nell’eloquio, l’ascolto, l’apertura nei confronti dell’altro, la capacità di mediazione. Tuttavia, capita spesso che i risultati non siano ottimali, nonostante queste abilità attuate dai vari protagonisti della comunicazione.
Ciò accade a causa di fattori esterni, i cosiddetti “filtri della comunicazione” che spesso non dipendono direttamente da chi comunica:
filtri tecnici: i rumori, le interruzioni, le condizioni tecniche di colloquio, cioè l’ambiente, la luce, la temperatura, la posizione;
filtri sociali: l’appartenenza a gruppi sociali o a classi sociali diversi, magari in conflitto, o che siano portatori di valori incompatibili tra loro;
filtri psicologici: le emozioni. Mi riferisco a pregiudizi, logica win/lose (atteggiamenti di prevaricazione), logica lose/win (atteggiamenti di difesa), incoerenza tra il messaggio verbale e quello non verbale, simpatia e antipatia.
Queste interferenze possono essere presenti sia nella fonte di trasmissione, sia nel messaggio, sia nello strumento di ricezione o nello stesso destinatario.
L'emozione, come noto, è una naturale condizione in cui l'organismo umano si trova nel momento in cui avverte un pericolo, una minaccia, oppure una situazione gioiosa come l'amore o la felicità....