L'art. 13, c. 3 D.Lgs. 117/2017 (CTS) così recita: “Il bilancio di cui ai commi 1 e 2 deve essere redatto in conformità alla modulistica definita con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, sentito il Consiglio Nazionale del Terzo settore”. Da molte parti si auspica che il modello ministeriale mantenga la stessa struttura proposta dalle “Linee guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli enti non profit” (Atto di indirizzo 2009 dell'Agenzia delle Onlus). A questo proposito, pur apprezzandone i contenuti, si evidenziano alcuni elementi di riflessione sia dal punto di vista civilistico che fiscale (passaggio al bilancio fiscale, dichiarazione dei redditi). Intendiamo riferirci, per esempio, alla possibilità di valorizzazione e rappresentazione della componente “volontariato”. Trattasi di “valori-ombra” che hanno concorso a generare utilità non percepibili sul piano monetario, ma che danno, in alcuni casi, un forte valore aggiunto. Analogo discorso vale per la contabilizzazione degli apporti (o economie conseguite) a fronte della partecipazione dell'ente a reti tra ETS.
Esaminiamo ora, in particolare, il rendiconto gestionale e il possibile impatto sulle imposte dirette.
Ai fini della determinazione del reddito di impresa degli ETS non commerciali, rileva unicamente l'attività commerciale esercitata. A tale scopo, deve essere chiara la...