Diritto del lavoro e legislazione sociale
18 Dicembre 2024
Abuso dei permessi non retribuiti
Per la fruizione dei permessi è necessario rispettare le modalità indicate nel contratto applicato o dalla legge. Il datore di lavoro può imporre al dipendente la fruizione di permessi non retribuiti? Si riepilogano i principi generalmente applicabili.
I lavoratori dipendenti possono astenersi dalla prestazione lavorativa usufruendo di permessi o periodi di aspettativa espressamente regolati dalla legge, conservando il posto di lavoro e, in determinati casi, anche il trattamento retributivo e l'anzianità di servizio. La contrattazione collettiva può integrare le previsioni legali o introdurre nuovi permessi, talvolta non retribuiti, utilizzabili per necessità personali o familiari, ma il datore di lavoro ha l’obbligo di concederli solo entro i limiti stabiliti dal contratto e dal Codice Civile. In genere, i permessi non retribuiti sono riferibili ad accordi tra datore di lavoro e dipendente ovvero a comprovati motivi previsti dalla legge o dalla contrattazione collettiva (ad esempio i permessi di cui all’art. 24 L. 300/1970), spesso relativi alla situazione personale o familiare.Ad esempio, il Ccnl Trasporti prevede la facoltà di accordare permessi di breve congedo per giustificati motivi con facoltà di non corrispondere la retribuzione; il Ccnl Chimica prevede brevi permessi non retribuiti per giustificato motivo; il Ccnl Metalmeccanica dispone che per giustificati motivi e compatibilmente con le esigenze del servizio, l’azienda può consentire al lavoratore che ne faccia richiesta, di assentarsi dal lavoro per un breve permesso. Nessun problema si pone fintantoché il permesso è richiesto dal lavoratore, ma il datore di lavoro può imporre ai propri lavoratori l’utilizzo di permessi non retribuiti? Ebbene,...