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Amministrazione del personale
22 Dicembre 2023
Assunzioni e licenziamenti 2023: ancora great resignation?
Ci eravamo lasciati ad agosto con i risultati della società di head hunting internazionale Kelly S.p.A., secondo cui entro fine anno il 33% degli italiani avrebbe abbandonato il proprio posto di lavoro. Ma è andata veramente così? A quanto pare no.
A ridosso del periodo di ferie agostano si prevedeva un autunno problematico per il mercato del lavoro: entro il mese di dicembre si stimavano dimissioni volontarie nella misura del 33% dei lavoratori occupati. Non siamo ancora giunti a fine anno, ma possiamo azzardare i primi bilanci e verificare se quanto ipotizzato si è realmente realizzato.
Per poter procedere in tal senso è necessario analizzare 2 tipologie di dati: la ricerca di nuovo personale da parte dei datori di lavoro da un lato, i dati di dimissioni e licenziamenti dall’altro.
Secondo il recente rapporto Anpal Unioncamere, al mese di novembre 2023 le aziende che sono impegnate nella ricerca di personale attendono un tempo medio che si avvicina a 5 mesi. Le aziende, anche per penuria di competenze, tendono a trasferire sulla manodopera straniera le difficoltà di reperimento di figure come muratori, elettricisti, conduttori di mezzi pesanti, autisti, carpentieri, fonditori, saldatori, tecnici dell’industria tessile, operai specializzati nel settore del legno, ecc., ma non possono assumerle perché non laureate; secondo il rapporto la misura del mismatch professionale relativo alle professioni che richiedono un livello di istruzione inferiore rispetto alla laurea si attesta attorno al 60%.
Secondo le stime del rapporto in commento, sono 4,5 milioni i lavoratori che le aziende italiane vorrebbero assumere entro il 2026. Pertanto, il trend registrato a inizio anno è...