L’ordinanza della Cassazione n. 30331/2025 nasce dal ricorso di un gruppo di dipendenti che ha chiesto il ricalcolo del Tfr con l’inserimento di varie voci retributive percepite durante la permanenza in azienda. Il Tribunale aveva valorizzato una lettura ampia del contratto collettivo, riconoscendo la natura corrispettiva di molti importi collegati ai turni, alle maggiorazioni e ai richiami in servizio. La Corte d’Appello aveva poi capovolto l’impianto, ritenendo che le clausole del Ccnl del settore Autostrade e Trafori prevedessero un elenco completo delle somme destinabili al computo e attribuendo ai lavoratori l’onere di individuare nel testo contrattuale una norma di favore. La Suprema Corte si soffermò sulla necessità di un esame concreto delle erogazioni, richiamando la giurisprudenza sull’onnicomprensività del Tfr e aprendo la strada a una valutazione più estesa delle richieste.
Nodo probatorio e richiamo della Corte - La Cassazione ricostruisce il principio secondo cui chi riceve un’emissione continuativa deve allegarne la natura stabile, mentre chi sostiene la sua esclusione è tenuto a dimostrare che il contratto collettivo prevede una deroga chiara. L’ordinanza si rifà all’impianto elaborato negli anni precedenti, secondo cui il Tfr si fonda su una logica di progressiva accumulazione legata alla retribuzione reale, per questo richiede una lettura effettiva delle prestazioni rese. La Corte precisa che il lavoratore deve individuare le clausole del Ccnl quando invoca l’inserimento di emolumenti che il giudice di primo grado ha ritenuto estranei, poiché tale passaggio consente di ricostruire con precisione il perimetro contrattuale.
Questa impostazione non altera il principio dell’onnicomprensività ma delimita il percorso processuale attraverso una prova documentale coerente.
Omissioni della Corte territoriale e rinvio - La Cassazione osserva che il giudice di secondo grado aveva richiamato un precedente senza considerare tutte le allegazioni dei ricorrenti.
Rimangono fuori dal giudizio vari importi legati ai turni sfalsati, alle maggiorazioni oltre i limiti, alle indennità collegate alla reperibilità e ai richiami in servizio. La valutazione di queste voci costituisce un passaggio imprescindibile per stabilire il carattere stabile dell’emissione e per verificare se il contratto collettivo contenga effettivamente una deroga.
La Suprema Corte annulla la decisione d’Appello e rinvia per un riesame completo, con l’indicazione di approfondire il rapporto tra funzione retributiva e presenza continuativa dell’emolumento.
Valore operativo dell’ordinanza nel sistema del Tfr - La pronuncia contribuisce a chiarire il metodo con cui occorre leggere le clausole del Ccnl quando si discute della base di computo del Tfr. Il riferimento alla funzione sostanziale delle somme percepite orienta il giudice verso una ricostruzione attenta del lavoro svolto e delle esigenze organizzative che hanno generato gli emolumenti. Le aziende devono valutare con precisione la distinzione tra rimborso e indennità corrispettiva, mentre chi propone un ricorso deve sostenere con documenti e riferimenti puntuali la stabilità delle erogazioni.
L’ordinanza traccia così un percorso che incoraggia decisioni fondate su accertamenti dettagliati, lasciando alla contrattazione collettiva la possibilità di introdurre esclusioni espresse, purché formulate in modo chiaro e verificabile.
