Ha fatto notizia nei giorni scorsi l’indagine condotta dalla Procura di Milano per caporalato e sfruttamento del lavoro, nei confronti della celebre Casa di moda “Loro Piana”. Secondo gli inquirenti, l’azienda piemontese avrebbe nel tempo messo in piedi un meccanismo di sfruttamento lavorativo lungo la filiera del lusso che man mano si allontanava dalla casa madre, attraverso l’esternalizzazione delle produzioni, sempre più si addentrava in un territorio di nessuno, privo di controlli e senza il riconoscimento di alcun diritto per i lavoratori interessati.Pur non avendo una responsabilità diretta sui fatti contestati, essa tuttavia non si era mai premurata di verificare la reale capacità imprenditoriale delle società appaltatrici e sub-appaltatrici alle quali veniva affidata la produzione, tantomeno nel corso degli anni aveva eseguito, come si legge nelle carte processuali, “efficaci ispezioni o audit per appurare in concreto l’operatività della catena produttiva e le effettive condizioni lavorative e gli ambienti di lavoro”.Per avere un’idea più chiara della vicenda, la “Loro Piana” pattuiva con i suoi contraenti un costo per giacca pari a 118/128 euro a seconda se la commessa era superiore o inferiore a 100 capi, ma la stessa giacca veniva messa poi in commercio per una cifra che andava da 1.000 a 3.000 euro, con un ricarico tra i 1.000 e i 2.000 euro. Una modalità operativa chiaramente tesa a realizzare la massimizzazione dei profitti e,...