La questione delle proroghe contrattuali con cedolare secca relativi a contratti a uso non abitativo stipulati nell’anno 2019 sta generando significativi dibattiti interpretativi, specialmente per quei contratti di locazione commerciale sottoscritti o rinnovati nel 2019. Le Entrate hanno infatti assunto posizioni che potrebbero apparire incoerenti se non si tiene in considerazione la differenza giuridica esistente tra la prima proroga, di natura automatica, e la seconda proroga, caratterizzata invece da una negoziazione ex novo. Il regime della cedolare secca trova il suo fondamento nel D.Lgs. 14.03.2011, n. 23, successivamente ampliato dalla L. 30.12.2018, n. 145. Con carattere eccezionale e limitatamente all'anno 2019, l'art. 1, c. 59 della legge di Bilancio 2019 ha esteso questo beneficio fiscale anche alle locazioni di immobili commerciali appartenenti alla categoria catastale C/1, purché con superficie non superiore a 600 mq.Per i contratti effettivamente stipulati nel 2019 (con durata 6+6 anni), la normativa appare cristallina: l'opzione per la cedolare secca mantiene efficacia per tutte le annualità contrattuali, incluse quelle derivanti da eventuali proroghe, fino alla cessazione definitiva del rapporto locativo. Questo significa che nel 2025, alla scadenza del primo sessennio, scatta automaticamente la proroga per ulteriori 6 anni con mantenimento del medesimo regime fiscale agevolato. La complessità interpretativa emerge quando analizziamo i contratti giunti...