Accertamento, riscossione e contenzioso 11 Dicembre 2023

Commissioni tributarie, sentenze sempre con motivazione analitica

La sentenza di una Commissione tributaria deve essere motivata in modo esauriente, tale da consentire a chi ne effettua la lettura un’agevole comprensione delle ragioni di fatto e di diritto che costituiscono i presupposti per la sua emissione.

Il caso, analizzato dalla Cassazione nella sentenza 14.11.2023, n. 31631, trae la propria origine dall’emissione di un avviso di accertamento per accise su gasolio 2013/2015. La società destinataria dell’azione di riscossione dell’Amministrazione Finanziaria ricorreva alla Commissione tributaria provinciale che ne accoglieva parzialmente il ricorso. Di ben diversa opinione, invece erano i giudici della Commissione tributaria regionale che riformavano la sentenza di primo grado. A loro avviso, infatti la tesi difensiva loro rappresentata era fondata. Non poteva nel caso di specie, infatti, ritenersi leso il principio del contraddittorio endoprocedimentale previsto dall’art. 12, c. 7 L. 212/2000. A tale conclusione non poteva che giungersi sulla base di un esame delle tempistiche, presenti nel caso concreto, dalle quali si evinceva con certezza che gli atti di accertamento erano stati emessi dall’Amministrazione Finanziaria solo in data successiva a quella di scadenza del termine previsto dalla normativa, tanto da renderne l’azione conforme alle prescrizioni della normativa vigente. Il procedimento faceva ulteriore corso in sede di Cassazione ove veniva dedotta la nullità della sentenza della Commissione tributaria regionale in quanto carente nella motivazione. Ad avviso della ricorrente, infatti, l’apparato argomentativo presentava evidenti difetti nel suo contenuto in quanto non era in grado di rendere edotto il...

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