Secondo i dati forniti dall’Amministrazione Finanziaria, solo il 9,6% dei contribuenti con punteggi ISA inferiori a 6 ha aderito alla prima edizione dello strumento.
Secondo i dati forniti dall’Amministrazione Finanziaria durante l’ultima riunione della Commissione degli esperti presso la Sogei, tenutasi lo scorso 3.03.2025, solo il 9,6% dei contribuenti con punteggi ISA inferiori a 6 ha aderito alla prima edizione dello strumento introdotto dal D.Lgs. 13/2024, finalizzato ad ampliare le basi imponibili. Si tratta di un segno evidente del fatto che lo strumento non è riuscito a convincere questi contribuenti ad innalzare la loro asticella di affidabilità fiscale aumentando le basi imponibili.Nel segmento dei contribuenti con punteggi ISA compresi tra 6 e 8, la percentuale delle adesioni ha raggiunto invece una quota leggermente superiore al 15% che rimane comunque bassa.A conferma di quanto detto la percentuale più elevata di adesioni si è invece registrata tra i soggetti fiscalmente più affidabili, quelli cioè con punteggi ISA superiori a 8: in questo caso, il tasso di adesione è stato pari al 22,3%, segnale evidente della convenienza all’adesione percepita da questi contribuenti che hanno evidentemente ritenuto le proposte di adesione inferiori alle loro aspettative di reddito.I dati sopra illustrati dimostrano dunque che il concordato preventivo biennale, almeno nella sua prima edizione, ha fallito quello che era il suo obiettivo prioritario: coinvolgere i contribuenti meno affidabili incentivandoli a dichiarare basi imponibili più elevate nell’ambito del biennio concordato.Anche l’analisi settoriale delle adesioni...