Imposte dirette 29 Marzo 2025

Cripto-attività: i Commercialisti evidenziano le criticità

In un documento di ricerca emesso in data 21.03.2025, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno analizzato la disciplina fiscale relativa alle criptovalute, evidenziando le criticità ancora oggi esistenti.

Com’è noto, negli ultimi anni, la crescente diffusione delle criptovalute ha spinto il legislatore italiano a intervenire per regolamentarne il trattamento fiscale. Dopo un lungo periodo di incertezza normativa, la legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) ha introdotto una disciplina specifica, includendo le plusvalenze derivanti dalle cripto-attività tra i redditi diversi tassabili. Successivamente, la legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha consolidato il quadro normativo, portando l’aliquota dal 26% al 33% a partire dal 2026. Tuttavia, è stato osservato che l’evoluzione della disciplina presenta ancora numerose criticità applicative e disparità rispetto ad altri strumenti finanziari, con conseguenti dubbi sulla coerenza del sistema fiscale nazionale con le best practice internazionali. Infatti, prima dell’intervento normativo del 2022, la tassazione delle plusvalenze da cripto-attività era incerta e oggetto di diverse interpretazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.Sul tema, la Fondazione ha osservato che:- l’aumento dell’aliquota al 33% dal 2026 crea una disparità di trattamento rispetto ad altri redditi finanziari, che restano tassati al 26%. Questa scelta solleva interrogativi sulla neutralità fiscale e potrebbe penalizzare gli investitori in cripto-attività rispetto a quelli che operano con strumenti finanziari tradizionali. Inoltre, l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate (che applica il 26% anche alle plusvalenze realizzate nel 2023 e...

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