Accertamento, riscossione e contenzioso 03 Giugno 2025

Criticità sulle CU errate e inversione dell’onere della prova

La trasmissione di una CU errata e non rettificata, da parte del sostituto d’imposta, riversa sul contribuente un onere probatorio complesso rispetto ad accertamenti automatizzati non sempre sanabili in via amministrativa.

Tempo di dichiarazioni dei redditi e, contestualmente, di verifica dei dati inseriti all’interno delle Certificazioni Uniche. La Certificazione Unica, nel corso dell’ultimo decennio, ha ricoperto un ruolo sempre più determinante nelle attività di accertamento dell’Amministrazione Finanziaria. Un modello che a ogni periodo d’imposta aumenta la sua complessità, nonché il numero di quadri e campi compilabili, redatto e trasmesso da chi quel reddito lo ha materialmente erogato. Il rischio, per il percettore, è quello di ricevere un accertamento, ormai automatico, notificato dall’Amministrazione Finanziaria contenente le squadrature rispetto a quanto riportato in sede di dichiarazione dei redditi.Certo, il contribuente avrà modo e strumenti per dimostrare la correttezza della propria posizione fiscale, accusando però, suo malgrado, un notevole impegno, anche in termini di tempo e risorse, per una proficua tutela. L’inosservanza da parte del sostituto d’imposta dell’obbligo di inviare tempestivamente (ma anche correttamente) la certificazione attestante gli effettivi redditi corrisposti, la loro qualificazione tributaria e le relative ritenute operate non preclude al contribuente il diritto di provare la reale entità della base imponibile, evitando, di fatto, una doppia imposizione già scontata alla fonte.Preliminarmente, quindi, il contribuente, in possesso di una certificazione che ritiene non corretta, potrà bonariamente invitare il sostituto...

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