Diritto del lavoro e legislazione sociale
28 Febbraio 2025
Dequalificazione e mancati aggiornamenti: il risarcimento è possibile
La Cassazione riconosce il danno alla professionalità per chi subisce una riduzione delle mansioni e la perdita di competenze, soprattutto nei settori tecnologici.
Con l’ordinanza 10.02.2025 n. 3400, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da un’azienda operante nel settore delle telecomunicazioni, confermando il diritto di un lavoratore al risarcimento per dequalificazione. L’intervento della Suprema Corte ha chiuso un contenzioso avviato dopo che il dipendente, inquadrato a un livello professionale medio-alto, era stato assegnato a compiti inferiori rispetto a quelli previsti dal suo contratto collettivo.Il Tribunale di primo grado aveva già accertato che il lavoratore, a partire da aprile 2018, aveva subito una riduzione delle responsabilità e della complessità delle mansioni, con un conseguente depauperamento delle competenze. La Corte d’Appello aveva confermato questa valutazione, riconoscendo il danno alla professionalità e stabilendo un risarcimento di 1.000 euro per ogni mese di dequalificazione, per un totale di 13.500 euro.Perdita di competenze e diritto al risarcimento - L'ordinanza della Corte di Cassazione pone l’accento sul danno alla professionalità del lavoratore e sulla necessità di dimostrarlo concretamente. Secondo la Cassazione, la dequalificazione incide negativamente sulla crescita professionale e sulle prospettive di carriera del lavoratore, soprattutto nei settori tecnologici, dove l’aggiornamento continuo è essenziale per restare competitivi.Il giudice può valutare la perdita di competenze anche in via presuntiva, considerando la durata del demansionamento, la velocità...