La Corte di Cassazione conferma l’illegittimità del licenziamento di un lavoratore che non aveva consegnato immediatamente un portafoglio smarrito da un cliente. La sentenza sottolinea l’importanza di procedure aziendali chiare e documentate.
Il caso e la decisione della Corte - La vicenda riguarda un dipendente licenziato per aver trattenuto per circa 6 ore un portafoglio smarrito da un cliente, senza consegnarlo subito al responsabile. L’azienda aveva contestato al lavoratore la violazione di una presunta prassi consolidata sulla gestione degli oggetti smarriti. La Corte d’Appello di Milano ha dichiarato illegittimo il licenziamento, decisione successivamente confermata dalla Cassazione con l’ordinanza 1.08.2024, n. 21692.
I giudici hanno ritenuto che l’azienda non avesse fornito prove sufficienti dell’esistenza di una prassi vincolante. Inoltre, il rifiuto del dipendente di collaborare all’indagine interna, dopo aver consultato il proprio avvocato, non è stato considerato una violazione disciplinare, in assenza di un obbligo giuridico specifico.
Le motivazioni della Corte - La Cassazione ha respinto entrambi i motivi di ricorso presentati dall’azienda. Il primo riguardava la presunta violazione delle norme sulla prova, in particolare sulla valenza probatoria delle indagini difensive. In merito a questo punto, i giudici hanno confermato la decisione del tribunale di secondo grado, ritenendo corretta la sua valutazione sull’inadeguatezza delle prove presentate dalla società.
Il 2° motivo contestava la valutazione della condotta del dipendente, in particolare il suo rifiuto di collaborare all’indagine interna. Anche questo argomento...