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Diritto privato, commerciale e amministrativo
18 Agosto 2025
Diritto alla pausa riconosciuto se l’attività è eterodiretta
La Corte di Cassazione conferma il diritto alla sosta nei turni oltre 6 ore quando il lavoratore resta vincolato alla prestazione e non gestisce autonomamente il proprio tempo.
Con l’ordinanza 29.07.2025, n. 21878 la sezione lavoro della Corte di Cassazione ha ribadito un principio già affermato in precedenti pronunce: il diritto alla pausa non può essere disatteso nei casi in cui il lavoratore resti sottoposto alle direttive dell’organizzazione, anche durante le fasi apparentemente meno intense della prestazione. La decisione prende le mosse da un contenzioso che ha coinvolto un ente sanitario pubblico e alcuni lavoratori addetti al trasporto in emergenza, impegnati in turni regolarmente superiori alle 6 ore giornaliere.L’art. 8 D.Lgs. 66/2003 stabilisce l’obbligo della pausa qualora l’orario superi tale soglia, mentre l’art. 17 dello stesso decreto disciplina le eventuali deroghe, riservandole ad attività individuate in via normativa come discontinue. In assenza di un’espressa previsione collettiva o ministeriale che qualifichi l’attività secondo tali parametri, la pausa deve essere garantita.Condizioni che determinano il diritto alla sosta - Nel provvedimento, la Corte ha chiarito che l’effettività del diritto alla pausa si collega alla natura della prestazione. Il lavoratore può considerarsi titolare di tale diritto quando dimostra che l’attività resta collegata al servizio, anche nei momenti in cui si alternano fasi di attesa, e quando la gestione del tempo non è affidata alla sua piena disponibilità. Ciò significa che la pausa assume un rilievo giuridico soltanto se il lavoratore risulta eterodiretto, ossia...