Revisione e controllo 16 Dicembre 2025

ESRS 1, 2 e doppia materialità: obblighi ESG sotto analisi

Il report di sostenibilità cessa di essere un documento di comunicazione per diventare un documento legale e contabile. Il revisore agisce come garante della metodologia: senza un processo di doppia materialità rigoroso e documentato secondo gli ESRS 1 e 2, la rendicontazione non può reggere.

L'entrata in vigore della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive - Direttiva UE 2022/2464) ha segnato il passaggio definitivo dalla "rendicontazione volontaria" alla "compliance normativa". Non si tratta più di raccontare le buone azioni dell'azienda, ma di produrre un set di dati standardizzati, comparabili e, soprattutto, verificabili. Al centro di questa rivoluzione ci sono i principi trasversali ESRS 1 ed ESRS 2, definiti dal Regolamento Delegato (UE) 2023/2772. Questi standard costituiscono le fondamenta su cui si costruisce l'intero bilancio di sostenibilità e sono il primo banco di prova su cui si concentrerà l'attività di assurance (revisione). Mentre gli standard tematici (come E1 sul clima o S1 sulla forza lavoro) sono soggetti all'analisi di materialità e sono i moduli variabili, i principi trasversali sono ineludibili.ESRS 1 - Prescrizioni generali. Non richiede la divulgazione di dati specifici, ma stabilisce l'architettura logica del report. Definisce concetti chiave come la catena del valore e l'obbligo di includere le informazioni di sostenibilità in una sezione specifica della Relazione sulla Gestione.ESRS 2 - Informativa generale (General Disclosures). È lo standard obbligatorio per tutte le imprese, indipendentemente dal settore o dai risultati dell'analisi di materialità. Qui l'azienda deve descrivere la governance, la strategia, la gestione dei rischi e, crucialmente, il processo di valutazione della materialità.Cuore del sistema:...

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