Ferie non godute: l’impatto sull’azienda e sul bilancio
Andrebbe sempre predisposto (e rispettato) un piano ferie dei dipendenti per evitare che l’accumularsi di arretrati abbia un impatto pesante in termini gestionali, economici e finanziari.
Si fa presto a dire “ferie”: un diritto irrinunciabile di ogni dipendente per recuperare le energie psicofisiche spese nell’attività lavorativa, ma che spesso non vengono fruite nella misura in cui maturano. Sono sempre più i datori di lavoro che nelle loro aziende o studi professionali non riescono a smaltire le ferie, destinate quindi a diventare non godute e andranno a incrementare quelle già in arretrato. Complici di questa situazione possono essere le difficoltà di reperimento di ulteriore personale con cui condividere la mole di lavoro o, viceversa, la difficoltà dell’azienda di ampliare l’organico per motivi economici o strutturali. E poi il susseguirsi di scadenze e adempimenti da rispettare, le criticità legate a una disorganizzazione aziendale o l’incidenza dell’assenteismo dei “soliti noti”. Con questi scenari è difficile rispettare un piano ferie collettivo quando alcuni dipendenti non possono o non riescono a staccare dal lavoro se non per il minimo obbligatorio. L’art. 10 D.Lgs. 66/2003 stabilisce che il lavoratore ha diritto a 4 settimane di ferie di cui almeno 2 da fruire nell’anno di maturazione (consecutive se richieste dal dipendente) e le restanti entro i 18 mesi successivi. L’art. 2109 c.c. prevede che sia l’imprenditore a stabilirne il periodo tenuto conto delle esigenze dell’impresa e del dipendente, ma, a oggi, la materia è quasi del tutto disciplinata dalla prassi e dai Ccnl, che possono anche fissare periodi...