Diritto del lavoro e legislazione sociale 13 Giugno 2024

Quando il giudice può rideterminare la sanzione disciplinare

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 15.05.2024, n. 13479, illustra i casi in cui è possibile, da parte del giudice, una rideterminazione della sanzione disciplinare comminata dal datore di lavoro.

La Corte di Cassazione, con decisione riguardante un ricorso di Poste Italiane, si è espressa sulla possibilità, da parte del giudice, di rideterminare (e in particolar modo ridurre) la sanzione disciplinare comminata da parte del datore di lavoro. Più nel dettaglio, con ordinanza 15.05.2024, n. 13479, la Corte Suprema stabilisce l’impossibilità di pervenire, in sede giudiziale, a una riduzione ex post della sanzione comminata; tale ipotesi sarebbe infatti lesiva del potere disciplinare tipicamente assegnato al datore di lavoro e più in generale delle regole contenute nell’art. 41 della Costituzione. Questo principio giurisprudenziale, ricordano gli Ermellini, risulta derogabile solamente in 2 ipotesi specifiche, già delineate, come ivi ricordato, dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 3896/2019, oltreché da ulteriori riferimenti giurisprudenziali precedenti: nel caso in cui il datore di lavoro, irrogando la sanzione disciplinare, abbia superato il massimo edittale, stabilito dalla normativa vigente; nel caso in cui sia lo stesso datore di lavoro, costituendosi nel giudizio di annullamento della sanzione, a chiedere la riduzione della medesima. Nel primo caso, si renderebbe infatti necessaria una riconduzione della sanzione disciplinare comminata entro i limiti previsti, al fine di tutelare il lavoratore, parte debole del rapporto, e arginare il potere disciplinare del datore di lavoro secondo i...

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