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Imposte dirette
20 Dicembre 2023
Gli acquisti di bonus fiscali dribblano la tassazione
L’acquisto a sconto di crediti di imposta al di fuori del reddito d’impresa non genera imposizione neanche per uno studio professionale, se l’operazione non è riconducibile alla propria attività di lavoro autonomo.
La risposta 472/2023 di fine novembre deriva dall’interesse di uno studio di commercialisti per l’acquisto di crediti di imposta derivanti da bonus edilizi. La risposta merita attenzione sia perché richiama i principi di funzionamento dell’imposizione diretta in Italia sia perché chiarisce che la circolazione dei crediti di imposta non sempre ha rilevanza impositiva.
Occorre subito evidenziare che l’operazione prospettata nell’interpello non è riconducibile ad attività professionali svolte dallo studio o dai propri associati nell’ambito degli interventi agevolati, ma si poneva come semplice occasione di investimento. In sostanza, lo studio ha comprato crediti di imposta a un valore inferiore al nominale, per utilizzarli in compensazione secondo il piano rateale fissato dalla normativa vigente. In questo caso, il profitto dell’operazione è pari al differenziale tra il valore nominale del credito di imposta e il prezzo pagato.
L’Agenzia rileva inizialmente che lo studio professionale agisce fiscalmente come una società semplice il cui reddito, al pari di quello delle persone fisiche non imprenditori, è tassato solo se riconducibile ad una delle categorie reddituali individuate dal Tuir. Ebbene, l’Agenzia evidenzia che il provento non può avere natura di reddito di capitale poiché tali redditi presuppongono una concessione temporanea di capitale. Parimenti il...