Negli ultimi mesi c’è stata una vera e propria corsa al rinnovo di tanti CCNL con le parti sociali e datoriali che hanno sottoscritto rapide intese su contratti giacenti da tempo e hanno accelerato sugli altri, in alcuni casi anticipandone perfino la scadenza naturale. I datori di lavoro di vari settori economici si sono trovati ad affrontare aumenti in busta paga non indifferenti, suddivisi in tranches non più eque ma con le maggiori erogazioni proprio in questo periodo per consentire ai dipendenti di far fronte ad un caro vita decisamente più gravoso.
E per migliorare ancora di più il netto in busta il datore di lavoro ha potuto scegliere se concedere alcuni istituti contrattuali economici con benefits in natura che come noto (mi riferisco all’art. 51 c. 3 del Tuir) nel 2024 sono esentasse fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e fino a 1.000 euro per tutti gli altri.
È il caso, ad esempio, del CCNL Studi professionali che ha fissato l’una-tantum di 400 euro (in due tranches il 1.05.2024 e 2025) e ha espressamente previsto che possa essere corrisposta con strumenti di welfare previsti dalla normativa vigente (il rimando è all’art. 51 cc. 1 e 3 del Tuir). In questo modo il dipendente beneficia del medesimo importo netto e il datore di lavoro sostiene un analogo costo, non gravato da contributi. Uguali motivazioni hanno spinto nella stessa direzione alcuni dei CCNL più comuni adottati...