Diritto del lavoro e legislazione sociale 27 Gennaio 2025

Iscrizioni d’ufficio Inps: il Tribunale traccia i confini

Una sentenza che chiarisce i limiti delle iscrizioni alla Gestione commercianti, riaffermando il rispetto delle norme e il principio di giustizia procedurale.

Il Tribunale di Lanciano, con la sentenza n. 9/2025, ha accolto l’opposizione di un lavoratore contro un avviso di addebito dell’Inps che richiedeva oltre 16.000 euro di contributi arretrati. Il caso ha messo in luce una pratica consolidata, ma discutibile dell’Istituto: l’iscrizione d’ufficio alla Gestione commercianti in assenza di un’attenta verifica preliminare.Secondo il ricorrente, il provvedimento mancava di presupposti essenziali. Il lavoratore ha dimostrato che l’attività era gestita principalmente da dipendenti e che il suo contributo era limitato, avendo dedicato la maggior parte del tempo a un’altra occupazione. L’Inps ha annullato l’avviso in corso di giudizio, ma il Tribunale, applicando il principio della soccombenza virtuale, ha condannato l’Istituto al pagamento delle spese legali.Ruolo decisivo delle prove nell’iscrizione alla Gestione commercianti - Il Giudice ha chiarito che l’iscrizione alla Gestione commercianti richiede una partecipazione abituale e prevalente al lavoro aziendale, come sancito dalla Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere soci o amministratori di una società: occorre dimostrare un impegno operativo significativo e continuativo.L’assenza di un adeguato accertamento è stata una delle principali criticità riscontrate. Il Tribunale ha ribadito che l’onere della prova grava sull’Inps, che deve fornire evidenze concrete e documentate per giustificare l’iscrizione d’ufficio. L’automatismo che...

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