Revisione e controllo 27 Febbraio 2024

La prova della corretta vigilanza del sindaco

Il sindaco di una società fallita deve provare il corretto svolgimento del proprio incarico per poter essere ammesso al passivo (Cass., ord. n. 4315/2024).

Qualora la curatela eccepisca al sindaco che chiede di essere ammesso al passivo per i compensi vantati verso la società fallita l’inesatto adempimento dei suoi doveri di vigilanza, è onere del sindaco allegare la documentazione necessaria e formulare richieste istruttorie idonee a dimostrare il corretto svolgimento dell’incarico. In caso contrario, tale condotta processuale non è idonea, ex se, a far ritenere provate tout court le censure sollevate della curatela, ma dà comunque luogo all’inosservanza dell’onere probatorio gravante sul sindaco a seguito dell’eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c. della curatela. Questo è ciò che emerge dall’ordinanza della Corte di Cassazione 19.02.2024, n. 4315. Nel caso di specie Tizio e Caio avevano fatto insinuazione al passivo per i crediti vantati a titolo di compenso maturato per lo svolgimento dell’attività di sindaco della società fallita per le annualità 2014-2018. Nulla quaestio per le annualità 2014, 2015 e 2016, al contrario per il 2017 e 2018 il Tribunale di Lagonegro ha accolto l’eccezione di inadempimento sollevata dalla curatela, osservando che, a fronte delle specifiche contestazioni mosse ai due sindaci, gli stessi nulla hanno allegato nella prima difesa utile, né sul punto hanno articolato mezzi istruttori. In particolare, è stato rimproverato l’omesso intervento con...

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