Enti locali 25 Maggio 2022

Le opere pubbliche dei Comuni e l’Iva applicabile

L’Agenzia delle Entrate risponde a 2 interpelli concernenti il regime Iva degli appalti per interventi finalizzati a contrastare il rischio geologico, negando l’agevolazione Iva 10% in quanto non si tratta di opere di urbanizzazione.

L’Agenzia delle Entrate, in risposta a 2 interpelli (8.04.2022, nn. 183 e 184) formulati da Enti territoriali (una Regione e un Comune) interviene nuovamente sul regime Iva applicabile alle opere pubbliche infrastrutturali di messa in sicurezza del territorio, tema particolarmente ostico per gli uffici tecnici comunali i cui responsabili, nelle situazioni più complesse, non sempre hanno la lungimiranza di approfondire in sede di stesura dei quadri economici, magari consultando i propri revisori, prevenendo problemi di coperture. Nell’ambito Iva delle opere pubbliche va detto che il legislatore italiano è stato fino a oggi prodigo di aliquote ridotte, nella consapevolezza che in molti casi i committenti sono pubbliche amministrazioni che sopportano l’onere dell’imposta senza poterla detrarre. Tutte le opere di urbanizzazione primaria (strade, rete idrica, parcheggi, etc.) e secondaria (scuole, mercati, impianti sportivi, ecc.), così come le linee di trasporto metropolitane e gli impianti di depurazione (ed altri) beneficiano dell’aliquota ridotta del 10% ai sensi dei nn. 127-quinquies (cessioni) e 127-septies (appalti) della Tabella A, Parte III, del D.P.R. 633/1972. Alla generosità della norma, tuttavia, si affianca la tassatività delle opere che beneficiano dell’agevolazione: è necessario che si tratti letteralmente di opere elencate nell’art. 4 L. 847/1964, con l’aggiunta di...

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