La risposta dell’Agenzia delle Entrate a un interpello formulato da un Comune affronta il dibattuto tema del regime Iva del corrispettivo dovuto al tesoriere comunale: servizio complesso e articolato.
Uno stringato documento di prassi pubblicato dall’Agenzia delle Entrate il 10.01.2022 sul proprio sito (risposta ad interpello n. 8/2022) riflette una delle molteplici difficoltà gestionali, quella fiscale, a cui gli enti locali vanno incontro in sede di (faticoso) affidamento del servizio di tesoreria comunale.
La questione, peraltro, è emblematica del segno dei tempi: passati da molto, ormai, gli anni in cui le banche erano attratte dal “mercato” delle tesorerie pubbliche, grazie ai ritorni economici della gestione finanziaria degli enti locali e dall’indotto che tale servizio creava calato nella realtà produttiva locale, non sono più le banche a remunerare (ciò avveniva sotto forma di “contributi”) gli enti locali, bensì questi ultimi a retribuire il costo del servizio pagando un corrispettivo fissato nel contratto di tesoreria.
Come noto, l’art. 209 D.Lgs. 267/2000 (Tuel) stabilisce che “Il servizio di tesoreria consiste nel complesso di operazioni legate alla gestione finanziaria dell'ente locale e finalizzate in particolare alla riscossione delle entrate, al pagamento delle spese, alla custodia di titoli e valori e agli adempimenti connessi previsti dalla legge, dallo statuto, dai regolamenti dell'ente o da norme pattizie”. Quanto stabilito da tale norma rappresenta, quindi, l’oggetto ineludibile di ogni contratto di tesoreria stipulati tra Comuni e...