Diritto del lavoro e legislazione sociale 05 Gennaio 2024

Morte del disabile assistito e revoca del trasferimento

La Cassazione, con la sentenza 6.12.2023, n. 34090, ha affermato che il trasferimento della sede di lavoro per assistere un familiare disabile, in caso di morte di quest'ultimo, non può essere automaticamente revocato.

Una dipendente del Ministero della Giustizia chiede il trasferimento della propria sede di lavoro per poter assistere un parente disabile, coerentemente con quanto previsto dall’art. 33, c. 5 L. 104/1992; a seguito del diniego da parte datoriale, la dipendente impugna il provvedimento e vede riconosciuto il proprio diritto grazie a una sentenza del Tribunale di Agrigento. Avverso a essa ricorre l’amministrazione giudiziaria, ma la Corte d’Appello di Palermo conferma la decisione di primo grado. Nel corso del giudizio d’appello, il familiare disabile viene a mancare; nel ricorso in Cassazione, il Ministero non solleva più alcuna questione circa l’originaria sussistenza del diritto, ma afferma che le ragioni che hanno giustificato il trasferimento sono venute meno proprio a causa del decesso. Il quesito che la Suprema Corte ha quindi dovuto dipanare è se la revoca del trasferimento per la morte del familiare disabile sia o meno legittimo. Nel merito, la Corte ha anzitutto sottolineato che “in linea di massima, l’esistenza del diritto oggetto di lite va sempre verificata al momento della decisione, ma tale regola generale incontra un limite quando si tratti, come nella vicenda in esame, d’un trasferimento che, una volta disposto, non può essere revocato ex abrupto per il solo venir meno delle condizioni fattuali che in origine lo giustificavano, dovendosi invece seguire le regole proprie della...

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