Diritto del lavoro e legislazione sociale
04 Dicembre 2025
Nuove indicazioni OCSE su lavoro remoto e stabile organizzazione
Il recente aggiornamento al Commentario OCSE offre indicazioni sulla stabile organizzazione innescata da un lavoratore remoto, valorizzando la fissità del luogo, il criterio del 50% dell’attività e le ragioni commerciali della presenza.
Il 18.11.2025, l’Ocse ha approvato l’aggiornamento 2025 al Commentario al modello di Convenzione contro le doppie imposizioni. Tra le novità più rilevanti ed attese, l’Organizzazione dedica un apposito capitolo al lavoro da remoto occupandosi, ovviamente, di quello transfrontaliero che si verifica quando un lavoratore dipendente svolge attività di home office da un Paese diverso da quello di residenza del datore di lavoro.Le indicazioni Ocse intervengono in un momento in cui diverse imprese si trovano a gestire il lavoro da remoto senza certezze, al punto che molte hanno preferito scoraggiarne o addirittura vietarne l’adozione. Dal punto di vista dell’impresa la principale questione riguarda l’insorgenza di una stabile organizzazione nel Paese dove il lavoratore è stabilito. Dal punto di vista organizzativo la presenza può dipendere da esigenze dell’impresa o del lavoratore.In pratica, l’aggiornamento al Commentario dell’art. 5, paragrafi 44.1-44.21, chiarisce quando la casa di un individuo può essere considerata una “sede d’affari” dell’impresa per cui lavora. L’OCSE afferma che l’aggiornamento offre maggiore certezza su quando il lavoro da casa o da altri luoghi possa costituire una stabile organizzazione, o meno, per l’impresa.L’esistenza di una stabile organizzazione deve essere verificata sulla base delle circostanze del periodo considerato, tenendo conto del requisito della fissità del luogo, escludendo le attività preparatorie...